C’è un’altra storia che la storia ufficiale non ci ha
raccontato. Una storia nascosta, censurata, vietata ai minori e
anche ai maggiori di anni diciotto, adulti, anziani, morituri. Questa storia è raccontata nel
libro “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akragas” di Raimondo Moncada. Un
libro dalle verità sconvolgenti che sta facendo parlare di sé il mondo
accademico, gli studiosi e gli storici.
Perché non è stata raccontata prima? Perché questa reticenza? Perché questa omertà? Perché una
verità così piacevole è stata colpevolmente celata?
“Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akragas” svela la vera storia della Magna Grecia e della
potente Akràgas, la
Agrigento ellenica di duemila e cinquecento anni fa. La vita
si concentrava nel primo tempio della Valle dei Templi, quello ad est della
collina, impropriamente ritenuto appartenere alla dea Giunone. In questo tempio
è stata scoperta l’alcova della dea Giumenta, detta Putthanone, una dea che ha
dato una scossa sismica al mondo antico, amando con gratuita intensità l'intiera umanità,
accrescendo la popolazione di Akragas, divenendo unica meta di pellegrinaggio del
cielo e della terra e volano per lo sviluppo turistico ed economico di Sicilia.
Quando si sparse la voce di Giumenta e dell’attività che
pullulava nel suo tempio, l’Agrigento dei greci antichi divenne ben presto una
moderna polis di pilus, la capitale universale dell’amore. Una eccellenza sotto
tutti i punti di vista che non si perdeva di vista. I turisti venivano in Akragas non per scattare foto ma
esclusivamente per stare a quattr’occhi con lei che poi gli occhi diventavano
otto, dodici, sedici, ventiquattro e così via. Se ne andavano da Agrigento col cuore scattato.
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