Studiò
botanica per fare la botanica (dal greco βοτάνη: botane). E' questa una nuova straordinaria rivelazione che viene fuori da ulteriori approfondimenti storici che si stanno ulteriormente approfondendo.
Ecco una prima storica ricostruzione, da prendere con le pinze e con le panze.
Quando
scoprì la sua natura, la dea Giumenta venne attraversata da una irrefrenabile
passione di diventare botanica, una grande botanica, una botanica che facesse
parlare il mondo.
Si
appassionò alla propria formazione personale con l’autodidattismo.
Anche
la mamma fu botanica. Da figlia di botanica, ebbe la strada spianata e la batté.
La
sua attività venne molto apprezzata non solo in Magna Grecia ma anche oltre da
altri verso cui fu altruista.
Il
Tempio di Giumenta venne frequentato da amici e nemici, indigeni e forestieri,
conosciuti e sconosciuti, alieni e alienati.
Il
turismo nacque con lei. Nacquero con lei tutte le nuove generazioni. Ad
Akràgas, col Putthanone in attività, si registrò il boom demografico. La città
scoppiò, raggiungendo dimensioni spaventose.
Come
gran botanica gradì tutto ciò che la natura gli presentava, tranne i carduna
(variante tutta sicula che sta per cardi).
Per
approfondimenti “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas”.
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