C’erano anche tantissime facce di
bronzo tra i frequentatori del Tempio di Giumenta dove si esercitava la divina
virtù dell’amore. La conferma ci arriva dall’autore del best seller “Dal
Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas” Raimondo Moncada. I nomi di alcune facce di
bronzo, che venivano in Agrigento per unirsi affettuosamente con la Dea
Giumenta, sono inseriti in un elenco inserito nello stesso libro.
Delle facce di bronzo si è
parlato nel mondo accademico dopo la notizia della mostra in corso in
Inghilterra, alla Royal Academy di Londra. All’allestimento è stato dato l’emblematico
titolo “Bronze”.
L’esposizione rimarrà aperta fino
al 9 dicembre.
Curatore della mostra è David
Ekserdjian.
“Bronze” è un viaggio nel tempo e
nel mondo. Lo scopo è quello di raccontare cinque mila anni di arte e di
tecnica del bronzo, a partire dalle belle facce di bronzo. In mostra teste di
uomini, donne e animali; figure in piedi e figure sospese (non sappiamo se ci
sono anche malafigure, ma lo stiamo appurando); oggetti decorativi e di culto.
Tra i reperti esposti: la testa di re Seute III, rinvenuta in Bulgaria,
nell’antica Tracia. Poi c’è la Chimera di Arezzo, capolavoro dell’arte etrusca,
proveniente dal museo archeologico nazionale di Firenze. E c’è anche il
bellissimo Satiro Danzante, rinvenuto da un pescatore nel Canale di Sicilia nel
1998. Tutti i pezzi vengono da collezionisti privati e da enti pubblici.
Noi ci saremo. Andremo a
verificare di persona a London se ci sono anche, come sospettiamo, le facce di
bronzo che venivano in Akràgas per la Dea
Giumenta e, soprattutto, se ci sono dei pezzi che riguardano la
straordinaria Divina.
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