L’amore non ha età così
come non si lascia schiacciare dal peso degli anni la paternità. Il padre
concepitore più anziano del mondo è un indiano. Si
chiama Ramajit Raghav. È un contadino di 97 anni dello Stato di Haryana. Ad annunciare
il suo record è stato lui stesso al
quotidiano The Times of
India.
La notizia la leggiamo sul Corriere della Sera .
Il
record è stato accolto con grande gioia dal fan club della Dea
Giumenta, la donna che in amore ha battuto e ribattuto tutti i primati mondiali
e poi universali. La si può apprezzare in tutto il suo splendore nel libro “Dal
Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas”
di Raimondo Moncada.
Ma
torniamo al record man indiano, al concepitore più anziano del pianeta Terra.
L’arzillo
contadino abita nel villaggio di Kharlhoda. Alla fine del 2012, ha fatto
parlare di sé per avere avuto ultranovantenne il suo primo figlio dalla moglie,
di quarant’anni più giovane di lui.
La
signora, di 52 anni, lo scorso 5 ottobre in un ospedale di Sonipat (a 40 chilometri da New Delhi) ha dato alla luce
un altro maschio. Il recordman, apprendiamo dalla stampa, avrebbe deciso di
appendere il macchinario al chiodo. Non procreerà più.
Ma qual è il segreto di tanta longevità amatoria
e concepitoria?
Ramajit Raghav, leggiamo sul Corriere, per gran
parte della sua vita è stato scapolo e ha praticato la castità. Poi dieci anni
fa ha incontrato la moglie e tutto è di colpo cambiato.
Le sue abitudini?
Il contadino,
spiega al Times of India, si sveglia alle 5 del mattino e va a
dormire prima delle otto di sera. Nel pomeriggio, dopo aver lavorato la terra,
fa un sonnellino di un’ora o due.
Cosa e quanto mangia?
Circa due
litri di latte di mucca al giorno, verdura fresca (specialmente quella verde) e
focaccine. Niente alcol. È astemio.
L’amore
lo aiuterà a vivere in armonia per altri secoli. Perché l’amore, come insegnava
la Dea Giumenta, fa bene a tutti e a tutte le età. Ringiovanisce e
rinvigorisce. Per
ulteriori approfondimenti, si rimanda spassionatamente al libro “Dal
Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas”.
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