Il pene
non sarà più una pena. Se non c’è o non ci piace nelle dimensioni possiamo averne uno in cambio. Ci possiamo addirittura far
crescere un coso nuovo, di riserva, in una parte qualsiasi del corpo, sulle braccia, sulle ginocchia, sulla
fronte, sul naso, sulle tette, sull’ombelico. È scienza e non più fantascienza.
Le
nanotecnologie stanno facendo passi da gigante e raggiungono risultati fino a ieri
impensabili. Chi ha dunque problemi in quella parte lì, per qualsiasi ragione, anche
di invisibilità o di dimensioni inconfrontabili, può ora sperare. La chirurgia ricostruttiva
non ha davvero più limiti. Impianta quello che viene coltivato. E quello che viene coltivato sboccia come una banana in un campo di
banane.
Apprendiamo, con genuino stupore, che il
corpo dello stesso paziente può trasformarsi in terreno di coltura per un nuovo
e desiderato pene. Ciò è la conseguenza medica di un intervento che si sta
tentando a Londra e di cui si parla tanto in questi giorni sui media.
Un uomo senza naso, deturpato da un brutto male, ne avrà trapiantato uno nuovo
di zecca che gli sta crescendo sull’avambraccio. Questo, leggiamo sul sito del Corriere, grazie all’uso delle sue cellule
staminali e di una protesi, ora in via di sviluppo sotto la pelle dell’arto. A lavorare a questo trapianto è una equipe di medici e scienziati
specializzati in nanotecnologie e medicina rigenerativa che opera
all'University College di Londra.
Chissà
cosa avrebbe detto la dea Giumenta, il cui pensiero, la cui filosofia di vita e le cui gesta, sono
esaltati nel libro “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas”.
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