Un tempo era Giumenta
la più cliccata. Adesso tutti vanno su Youporn, il sito di filmati pornografici
gratuiti per eccellenza. E l’Italia, nella pornovisione, si distingue con
dignità in una classifica mondiale. Al Bel Paese piace guadare cinema muto
sonoro. Gli italiani primeggiano conquistando la vetta delle città più
incollate al mondo nel 2012, con Milano e Roma capitali dell'hard vision. Le capitali di Lombardia e Lazio risultano essere capitali anche di Youporn. Milano e Roma sono prima e seconda nella classifica
assoluta delle urbi del pianeta con maggiori occhi puntati sui video a trazione anteriore.
A seguire, si distinguono Parigi, Londra, Berlino, Atene, Monaco, New York, Città del Messico,
Vienna. E' quanto apprendiamo dal sito del Corriere.
Nella classifica per nazioni dell'anno di grazia 2012, l’Italia risulta quarta
con 391 mila visite. Terza, a pochissima distanza, c’è la Francia (che possiamo
battere nel 2013). Al secondo posto, a notevole distanza, si colloca la
Germania con 575 mila visite. Mentre prima, quasi imbattibile, c’è l’America o
più precisamente ci sono gli Stati Uniti d’America con un miliardo di visite,
un quinto delle visite totalizzate lo scorso anno da Youporn a livello mondiale.
Sul Corriere,
leggiamo che da quando è nato, nel 2006, Youporn ha totalizzato qualcosa come 93 miliardi di
visite. Ciò dimostra l'attaccamento, l'amore dei navigatori per questo genere di arte.
Un tempo non era necessario militare sui siti hard. Si usava
la fantasia, un ritaglio di giornale o un fumetto. Andando indietro nel tempo,
duemila e cinquecento anni fa, esercitava nell’antica Akràgas (l’attuale
Agrigento), la mitica Dea
Giumenta. Il Putthanone
di Akràgas, così come era chiamata, risultava essere de visu la più
cliccata. Venivano da tutto il mondo per cliccarla dentro il sempre affollato tempio di
Giumenta.
Youporn, sostengono alcuni studiosi, ha le sue origini in quel luogo e in quel tempo. Chi faceva
anticamera, in attesa del proprio turno, si poteva vedere gratis la visione di
Giumenta all’opera. La dea, infatti, amava lasciare aperta la porta di ingresso. Le pareti dell'alcova giumentica erano poi piene di spioncini (i famosi "oculos") ad uso e consumo dei clienti guardoni.
La
vita e le opere della Dea Giumenta sono raccontate nel best seller di Raimondo Moncada dal titolo “Dal
Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas”.
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