“Homo erectus asta pontex”. È
una delle frasi trovate scritte su un papiro oblungo, nel corso della scoperta
del tempio della Dea Giumenta, la dea che operò nella Valle dei Templi di
Agrigento 2.500 anni fa per l’amore e la delizia del genere umano (Svetonio
disse proprio: “Amor ac deliciae generis humani”).
Su questa frase, “Homo erectus asta pontex”, si sta concentrando l'ingegno di un pool di esperti che sono alla
ricerca di una soluzione al crollo del ponte sul fiume Verdura che il 2 febbraio 2013 ha tagliato
in due la provincia di Agrigento, interrompendo ogni collegamento tra Ribera e
Sciacca sulla strada statale 115.
Diverse le soluzioni prospettate, ma nessuna che riesca a
risolvere nell’immediatezza il problema di collegare nel giro di qualche minuto le due sponde del fiume.
La frase, obietta qualcuno, potrebbe
essere un falso storico o anche una di quelle panzane fatte circolare a regola d'arte sul web.
Ma, a quanto pare, ai tempi dell’antica Akràgas, si sarebbe verificato un evento simile al Verdura. All'epoca della Magnaccia Grecia, sarebbe crollato un ponticello strategico sul fiume Akràgas (da cui il nome della città). Volendoci troppo tempo per
ripristinare l'infrastruttura, la dea Giumenta avrebbe fatto intervenire un dei
suoi erculei amanti, un certo Porto Palos, per consentire al viril flusso proveniente da ogni parte del mondo di raggiungerla.
Le gesta della Dea Giumenta sono
esaltate in tutta la sua purezza nel libro umoristico di Raimondo Moncada “Dal
Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas”.
La foto è tratta dalla pagina
ufficiale Facebook di Rocco Siffredi (il mitico attore è a Zelig assieme al comico Rocco Ciarmoli, in arte Rocco il Gigolò).
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