A tempo di elezioni gli
strateghi dei partiti pensano a candidature forti, popolari, penetranti, capaci
di attrarre l’interesse dei cittadini elettori. In ogni epoca è stato così. Lo
è stato anche nell’antica Magna Grecia. Qualcuno, allora, tirò in ballo, perché
sapeva ballare, la dea Giumenta,
raccontata a tutto tondo da Raimondo Moncada nel suo libro umoristico “Dal
Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas”.
Giumenta,
il mito dei miti, fu molto corteggiata dai leader politici dei tempi andati, nonostante mugugni,
magagne e merenghe.
- Un Putthanone in Parlamento?
- Perché no! Dello sparlamento
ce ne freghiamo. Se alza i sondaggi ed i cittadini lo votano, che male c'è! Ci tira la lista.
Giumenta
aveva i numeri giusti e faceva dare i numeri. Ai suoi tempi, era la più
popolare e la più ricercata anche dalle Forse dell'Ordine che ne apprezzavano l'attività non clandestina anche se non autorizzata. Non c’era altra dea o donna mortale in grado di elevare a perfezione il mestiere che esercitava lei. E lo faceva
gratis, con piacere e per piacere, da volontaria.
La dea Giumenta,
detta Putthanone,
visse duemila e cinquecento anni fa. Operò nella Agrigento ellenica amando il
mondo e dal mondo ricambiata. Un amore amatoriale, fatto per pura passione.
Nulla mai chiese in cambio. L’umanità le fu pertanto debitrice. Ecco perché
qualcuno pensò di candidarla per sfruttare il voto di scambio del "do ut des", del dare ed avere
e dell’avere e dare. Votavano e venivano eletti solo maschi, sia maschili che
femminili. Il requisito fondamentale era la virilità anagrafica. La dea Giumenta sarebbe stata
un’eccezione quale femmina all'elevata potenza.
Se si fosse decisa a mettersi in lista, il Putthanone avrebbe sbancato le urne.
Senza bisogno di spinte, in quanto già spinta abbastanza, sarebbe stata eletta a
suffragio universale, per alzata unanime, senza alcuna scheda nulla,
bianca e contestata. L’avrebbero votata anche i candidati dell’opposizione. Non
si decise mai per mancanza di tempo. Non volle distrarsi con altri impegni
perché amava troppo con la sua ellenica professione che divenne poi il mestiere più antico del mondo.
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