I seguaci della dea Giunone annunciano proteste eclatanti. “Non può essere mortificata così una dea che
ha sempre lavorato onestamente”. Le autorità pensano di chiudere
ambasciate, consolati, uffici pubblici e di anticipare le vacanze di Natale.
Uno studente ripetente: “Speriamo chiudano anche le scuole. Adesso!”. In
effetti è una misura che si sta prendendo in considerazione dopo la
pubblicazione del libro “Dal
Partenone di Atene al Putthanone di Akragas” di Raimondo Moncada. Il libro
non è andato giù ai seguaci della dea Giunone defenestrata dal tempio dorico a
lei dedicato lungo la Via
Sacra dell’antica Agrigento.
Secondo quanto scrive Raimondo Moncada nella sua opera, il
tempio di Giunone non è di Giunone. Si parla di dimora della Dea Giumenta, la
dea che ivi amò il mondo intiero e dal mondo intiero ricambiata, in un do ut des continuo.
Tante le prese di posizione: “Non è giusto”, “È tutto falso”,
“Ridateci il nostro tempio”, “Costruiteci un tempio nuovo, anche abusivo”,
“Diteci che è solo satira”. Chiedono
il ritiro del libro da tutte le librerie o la ritrattazione di quanto affermato.
Si fanno sentire anche i coloni greci che nel 581 a .C. fondarono Agrigento.
Anche loro chiedono il ritiro del libro, ma per altre serie ragioni. “Nell’opera
di Raimondo Moncada – hanno fatto sapere tramite un loro legale – c’è una
virgola sbagliata”.
Lo scrittore umoristico si dice tranquillo, confortato dallo
straordinario successo
al Parco dell’Addolorata di Agrigento, con un teatro
in delirio.
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