giovedì 29 agosto 2013

Il Putthanone di Akràgas si diverte a Barcellona


Omaggio a Barcellona, alla Spagna, alla terra delle mie origini. Scorre sangue spagnolo nelle mie vene. Per avere la certezza scientifica mi dovrei svenare. Non lo faccio. Mi basta quanto mi hanno ripetuto negli anni.
Vedere vie Montcada, Piazze Montcada, Palazzi Moncada, Hotel Moncada, fa un certo effetto. 
In Spagna, nel cuore della Catalogna, mi sento spagnolo. Il sangue mi bolle nelle vene. Lo sento.
Cammino per le strade di Barcellona colpito in testa dalla sua bellezza e dal genio di artisti del calibro di Antoni Gaudi. Vieni rapito, senza possibilità di riscatto. Ogni vicolo ha il suo fascino.  Ogni angolo è da fotografare con gli occhi e conservare per sempre in memoria
Dalla Rambla fino a tarda ora scende al porto, un fiume di turisti. Arrivano alla statua di Colombo (non il commissario, ma Cristoforo, l’italiano che scoprì l'America), e girano per risalire fino a Piazza Catalogna. 
Io sono in mezzo a loro, turista tra turisti. Ho i piedi gonfi, non perché arrabbiati. Sono stanchi di camminare. Non si fa altro che camminare a Barcellona. È come se facessi per dieci volte il giro di Agrigento, ma non te ne rendi conto. 


Parlo spagnolo e incontro italiani, parlo italiano e incontro spagnoli. Nessuno mi capisce e io non capisco nessuno. Anche perché non parlo e non capisco lo spagnolo. Solo lo spirito mi scorre nelle vene. Esco il libro sul Putthanone di Akràgas e mi guardano divertiti. Nella loro lingua pensano: Questo è pazzo. Anche Gaudì e Picasso, penso io, per fare quello che hanno fatto sono stati pazzi. Il Museo Picasso è nel Carrer De Montcada. Lucia scatta le foto assieme a Luna. Sono le fotografe ufficiali. Siamo col gruppo Folk Città di Raffadali. Io ne approfitto per il tour di letture randagie. Parlare e leggere in italiano in terra straniera ti dà una sensazione strana. Positiva, però.


Per trovare connazionali di madre lingua entro in uno dei tanti locali italiani. È italiano, non ci sono dubbi. C'è scritto nell'insegna.
Entro e dico a piena voce: Bongiorno!
Con educazione mi sento rispondere: Bongiolno!
Sono cinesi.  
Anche in Catalogna? Non penso abbiano origini spagnole. I figli dei loro figli però potranno vantarle, anche con gli occhi a mandorla. Così come le vanto io che di mandorla ho solo il profumo della mia Sicilia.

Raimondo Moncada





mercoledì 28 agosto 2013

Il primo Cicerone operò al Tempio di Giumenta


Per entrare e uscire dal Tempio di Giumenta liberamente, senza insospettire la moglie, Cicerone imparò l’arte e non la mise da parte. Si inventò guida turistica e fu il primo cicerone della storia. 


(K. Pallonara, tratto da “Studi sudati e accurate riflessioni intorno al Putthanone di Akràgas”)  


martedì 27 agosto 2013

Le dodici fatiche di Ercole al Tempio di Giumenta


Ercole ci andò dodici volte e per dodici volte sudò. Le dodici volte passarono alla storia come “Le dodici fatiche di Ercole”. "Le dodici sudate di Ercole" non suonava bene.
L’eroe greco tutto bicipiti ci andò, in gran segreto, altre dodici volte e ancora altre dodici. Ci andò in continuazione quando capì, sulla sua pelle, che la fatica era solo un piacere.
Per la storia, rimasero sempre "Le dodici fatiche di Ercole". Nel titolo, per problemi tipografici, non si poteva mettere un numero a mille cifre.. 

(K. Pallonara, tratto da “Studi sudati e accurate riflessioni intorno al Putthanone di Akràgas”)  



domenica 25 agosto 2013

Il nuovo Putthanone tra i capolavori della libreria Deleo


Il nuovo "Putthanone di Akràgas" trova degna sistemazione tra i capolavori della libreria Deleo di Agrigento, in via XXV Aprile. E' lo stesso divertito e noto  libraio che con delicatezza trova la giusta posizione al libro meglio conosciuto nell'Olimpo editoriale con il titolo "Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas". Si tratta della rinnovata e più ricca e più comica edizione dell'opera di Raimondo Moncada uscita dal manicomio nello storico luglio 2013.

Per la rubrica: Riceviamo e pubblichiamo volentieri. 

sabato 24 agosto 2013

Pisa, col Putthanone la Torre pendente non pende più


Miracolo a Piazza dei Miracoli. La Torre di Pisa subisce  l’influsso del Putthanone di Akràgas in tour in terra natia e oltre lo Stretto di Messina. 
Raimondo Moncada, in questa estate 2013, ha omaggiato la celebre Torre pendente dedicandole alcuni passaggi della celeberrima opera “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas”. Subito dopo la dedica, speciali misuratori ottici hanno registrato un eccezionale quanto raro fenomeno: il processo di inclinazione si è arrestato di colpo. La gradita presenza del Putthanone a Pisa ha innestato il processo inverso alla Torre pendente, provocando un serio allarme tra le autorità turistiche. 
La città di Pisa è ogni giorno meta di migliaia e migliaia e migliaia di visitatori attirati dalla caratteristica pendenza della Torre di Piazza dei Miracoli. La Torre pende da secoli, sembra cadere ma non cade. È grazie a questa unicità che il monumento suscita universale ammirazione e i turisti di tutto il mondo si schiodano dalle loro comodità per venirla a fotografare de visu. 
In gran segreto, quando si è sparsa la voce del processo di raddrizzamento della Torre pendente, è intervenuta la speciale Squadra di Pendenditori. Tutto è stato riportato alla normalità, allontanando con le buone il Putthanone di Akràgas e il suo scopritore. 

giovedì 15 agosto 2013

Elogio del libro di carta, eterno e sicuro


La carta rende il libro eterno. È il miglior supporto per i capolavori, una poesia, un romanzo, una biografia, una dichiarazione d'amore, il diario della propria vita. Il sapere trova il suo scrigno. Con la carta, i libri attraversano i secoli, i millenni, come i papiri egiziani che sono giunti fino a noi. 
Quanto dureranno i libri digitali, gli ebook?
I lettori digitali, gli e-reader che vita avranno? 
La tecnologia si sviluppa a velocità ormai quotidiana e rende ogni nuovo supporto elettronico antiquato, dalla notte al giorno. Guardiamo cosa è accaduto ai video. Una ventina di anni fa eravamo fermi ai VHS poi sono venuti i DVD ora ci sono le memorie portatili. In un pennino metti una intera videoteca. Chi aveva un film in VHS ha dovuto convertire tutto in DVD e poi in file digitale, comprandosi di volta in volta  il lettore adatto. 
Abbiamo tanti pezzi di vita in VHS che per varie ragioni non sono stati convertiti nei successivi formati. Pezzi di vita che non possiamo rivedere perché nel frattempo il lettore VHS si è rotto. Ci sono anche DVD che con il caldo, con i graffi, non si leggono più cancellando così matrimoni, battesimi, gite al mare e altri momenti di esistenza che credevamo conservata in supporti mnemonici esterni sicuri. 

Sorge, allora, spontanea più di una domanda: come conservare i propri libri digitali? Nel pc? Nelle nuvole del web? Nei futuri chip cerebrali? In poco spazio virtuale ci stanno migliaia di volumi. L'ingombro neanche lo vedi. La libreria fisica, di legno o incassata alla parete, non esisterà più. Non ci saranno più libri sui letti, sulla poltrona, sopra la carta igienica del bagno. 
Nessun supporto elettronico potrà mai sostituire il formato tradizionale di lettura. Lo vuole l'occhio. Lo vuole il cuore. 
Il libro di carta, con le pagine sfogliabili e la copertina rigida, rimane il supporto più antico e più moderno. Ed anche il più stabile.  Ha retto benissimo la prova del tempo. con il libro di carta hai la sicurezza che il formato rimarrà lo stesso per i prossimi millenni. Non ha bisogno di essere convertito o riconvertito. La carta poi non si esaurisce per mancanza di batterie. Non ha bisogno di essere collegata a un computer o alla presa della corrente elettrica. Alle pagine puoi fare le orecchiette. Puoi ritornare indietro e trovare a intuito il passo che ti interessa. Il libro di carta lo puoi sottolineare con la penna, la matita o con gli evidenziatori a colori. Puoi pesare a occhio il contenuto. Hai un inizio e una conclusione. Capisci a occhio quando stai per finire di leggere dall'assottigliento delle pagine rimanenti, così come i granelli di una clessidra. Lo custodisci in uno scaffale e sai come ritrovarlo in futuro. Lo puoi autografare, metterci la data, dedicarlo alla persona amata con la tua calligrafia. Apprezzi l'arte della copertina e il calore di una lettura insostituibile. Lo puoi mettere dentro una cornice e sotto vetro e appenderlo alla parete della stanza degli oggetti preziosi. Lo puoi lasciare in eredità ai tuoi figli e ai tuoi nipoti. E i tuoi figli e i tuoi nipoti lasciarlo ai posteri. Dentro ci puoi nascondere banconote o foglie profumate. 
Il libro di carta mi tiene compagnia, ne sento la presenza, si pavoneggia, cerca di farsi notare, mi sento chiamare e quando mi chiama lo prendo e me lo coccolo. 
Il libro digitale non ti dice niente, non ti parla, non ti chiama, non si fa toccare. Non ne vedi la consistenza, è freddo, lo perdi nella memoria elettronica tra milioni di file. Non ci puoi fare la cornice e non lo puoi appendere. 
L'ebook non lo puoi lasciare in eredità. I tuoi figli chissà con quale supporto elettronico leggeranno e chissà che tipo di altro formato metteranno a punto tra un anno, un mese, un giorno. Domani l'epub sarà già superato e saremo costretti a resettare la cartella degli ebook nel computer. 
Il libro digitale è come la lametta per la barba: usa e getta. 
Il libro di carta è come un amore vero: non ti lascia mai. Se il fuoco lo incenerisce ne conservi i cari resti dentro un'urna cineraria. 

Raimondo Moncada 

venerdì 9 agosto 2013

Il caso del Putthanone su Informare per Resistere


Il mondo deve sapere. Il mondo ora sa. Il seguitissimo giornale "Informare x Resistere" si occupa del nuovo "Putthanone di Akràgas". E lo fa in pompa magna e non in pompetta. Il caso è stato affidato alla magistrale penna del giornalista e scrittore Ettore Zanca, spietato nella sua lucida e implacabile analisi. 
L'articolo va letto da cima a fondo per rendersi conto in che razza di mondo viviamo. 
Ettore Zanca nella sua tagliente critica dice solo una cosa che è la chiave sia per capire il nuovo  Putthanone di Akràgas sia per cogliere il profondo pensiero di Zanca sull'opera scritta da Raimondo Moncada: "Fa ridere a crepapelle". 

L’inchiesta è stata annunciata sul profilo Facebook del giornalista, eccone il contenuto:

“Ho pochi amici, non voglio nemmeno contarli, poi come dice Liga ci sono solo "quelli che neanche sappiamo, che finchè va bene ci leccano il culo". Tra questi amici, per istinto ho delle persone mie vicine di anima. Che riescono a farsi ammirare da me prima come bravi guaglioni e poi come artisti. Raimondo Moncada, è uno di questi, ha scritto un libro esilarante, ma non vuole che si sappia che è così comico, perchè lui è illuso di aver scritto un testo di archeologia da tromboni accademici, anzi, demici, perchè la acca è muta. Scherzi a parte il suo libro si chiama "dal Partenone di Atene al Putthanone di Akragas", un vero trattato di risate leggere e intelligenti. Io penso che Raimondo si meriti appieno la definizione che mio padre dava di Charlie Chaplin: attore è colui che sa farti o ridere o piangere, artista colui che sa farlo in rapida successione emozionale”.

Questo è il link della pagina di Informare per Resistere dedicata al nuovo “Putthanone di Akràgas” con la recensione di Ettore Zanca