giovedì 20 settembre 2012

Le fortificazioni di Akràgas e la dea fortificante senza difese


Le fortificazioni di Akragas. È il titolo della mostra allestita presso Casa Dioscuri, nella Valle dei Templi di Agrigento. A promuoverla il Parco Archeologico. Inaugurazione venerdì 21 settembre alle ore 20. Esposti al pubblico reperti e immagini sull’opera difensiva dell’antica città che si estendeva per un perimetro di circa dodici chilometri. Ci sarà anche un’istallazione multimediale, dove sarà possibile vedere una ricostruzione virtuale.
La mostra fa seguito alla pubblicazione della monografia dell’ex sovrintendente ai Beni Culturali Graziella Fiorentini in cui sono  illustrati i risultati scientifici degli scavi compiuti negli ultimi decenni che hanno consentito di acquisire una conoscenza approfondita sulla storia delle fortificazioni di Akragas.

Una mostra dunque da vedere e vivere alla luce, aggiungiamo noi, anche delle recenti rivelazioni di un libro che sta facendo discutere il mondo scientifico con storici e studiosi che si stanno mettendo le mani ai capelli. Secondo lo scrittore umoristico Raimondo Moncada, durante l’epopea della celebre dea Giumenta le fortificazioni persero di valore. Non servirono più a nulla. L’antica Akragas divenne la città dell’amore. Tutti i nemici del mondo conosciuto venivano ad Agrigento per raggiungere la dea senza difese, senza fortificazioni ma molto fortificante.
La vita e le opere della dea sono raccontate nel libro “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akragas”. 

mercoledì 19 settembre 2012

Proteste per il libro sulla Dea Giumenta, si chiudono le ambasciate e a richiesta le scuole


I seguaci della dea Giunone annunciano proteste eclatanti. “Non può essere mortificata così una dea che ha sempre lavorato onestamente”. Le autorità pensano di chiudere ambasciate, consolati, uffici pubblici e di anticipare le vacanze di Natale. Uno studente ripetente: “Speriamo chiudano anche le scuole. Adesso!”. In effetti è una misura che si sta prendendo in considerazione dopo la pubblicazione del libro “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akragas” di Raimondo Moncada. Il libro non è andato giù ai seguaci della dea Giunone defenestrata dal tempio dorico a lei dedicato lungo la Via Sacra dell’antica Agrigento.
Secondo quanto scrive Raimondo Moncada nella sua opera, il tempio di Giunone non è di Giunone. Si parla di dimora della Dea Giumenta, la dea che ivi amò il mondo intiero e dal mondo intiero ricambiata, in un do ut des continuo.
Tante le prese di posizione: “Non è giusto”, “È tutto falso”, “Ridateci il nostro tempio”, “Costruiteci un tempio nuovo, anche abusivo”, “Diteci che è solo satira”. Chiedono il ritiro del libro da tutte le librerie o la ritrattazione di quanto affermato.
Si fanno sentire anche i coloni greci che nel 581 a.C. fondarono Agrigento. Anche loro chiedono il ritiro del libro, ma per altre serie ragioni. “Nell’opera di Raimondo Moncada – hanno fatto sapere tramite un loro legale – c’è una virgola sbagliata”.
Lo scrittore umoristico si dice tranquillo, confortato dallo straordinario successo al Parco dell’Addolorata di Agrigento, con un teatro in delirio

martedì 18 settembre 2012

Reale belga in gran segreto ai Templi, i turisti: irreale!


I reali di Belgio in gran segreto alla Valle dei Templi di Agrigento. Il fascino dell’ellenica area sacra ha incantato re Alberto II e la moglie Paola Ruffo di Calabria. Un'intiera Valle si è messa a cantare sull'incanto canterino. 
Assieme a un gruppo di amici, apprendiamo, le teste coronate sono arrivate ieri in gran segreto con il panfilo reale “Alpha” a Porto Empedocle.
A bordo di un pulmino, sempre in gran segreto, re Alberto II e la moglie Paola Ruffo di Calabria hanno prima visitato il Museo Archeologico Regionale San Nicola. Ad accoglierli, in gran segreto, il direttore dell’Ente  Parco archeologico Giuseppe Carmelo Parello e il direttore del Museo Gabriella Costantino. La delegazione reale, sempre in gran segreto, si è spostata nella Valle dei Templi. In gran segreto, i sommi sovrani sono rimasti a bocca aperta. Mai occhi reali hanno visto una bellezza così celestiale. 
Tanti curiosi, in gran segreto, si sono stretti a loro sbigottiti. Mai era loro capitato di imbattersi faccia a faccia in una realtà reale. 
-         Sembra irreale!
-         Sono uguali a noi!
Attraversando la Via Sacra dell’antica Akragas, su un ecologico pulmino elettrico, i reali Alberto II e la moglie Paola Ruffo di Calabria hanno ammirato in gran segreto il tempio di Ercole, il tempio della Concordia e l’ultimo tempio, indicato dagli esperti accompagnatori come Tempio di Giunone (in gran segreto denominato Tempio di Giumenta nel celebre libro di Raimondo MoncadaDal Partenone di Atene al Putthanone di Akragas”). 
Ultimata la visita, i reali di Belgio sono ritornati in gran segreto a bordo del loro yacht posteggiato a Porto Empedocle. Con la barchetta 512 metri di lunghezza per 897 di larghezza, hanno quindi ripreso il largo. 
Sulle banchine del porto, gli ammiratori, in gran segreto, li hanno salutati con calore. 
I reali, ancora incantati, si sono messi a cantare assieme a un'intiera Valle dei Templi di cui in lontananza sentivano l'eco. 

"Una storia avvincente", il giornale "Valle dei Templi" parla del Putthanone


Una storia avvincente, scritta con ironia e intelligenza, che nel divertire il lettore, lascia trasparire la non comune cultura e l’eleganza dell’autore, il quale tratteggiando con grande maestria i personaggi dell’antica Akràgas, spiega le ragioni per le quali la Valle dei Templi divenne unica attrazione turistica della classicità e la Agrigento ellenica si riscoprì polis di pilus”.
È quanto scrive “La Valle dei Templi”, il quotidiano di informazione, politica, cultura e satira, diretto da Gian JosephMorici, nella sua articolata e entusiasta recensione del libro di Raimondo MoncadaDal Partenone  diAkragas al Putthanone di Atene”.  
Un libro godibilissimo, - prosegue la recensione – che narra della dea che fu amata da tutto il mondo: Giumenta, conosciuta come Putthanonès; colei che riuscì a far cambiare mestiere alle mortificate escort d’epoca. Un’opera che non può assolutamente mancare nella biblioteca di uno studioso di antropologia e archeologia (purchè dotato di umorismo)”.
Vi invitiamo a leggere tutto il servizio visitando il sito internet del giornale www.lavalledeitempli.net e ad ammirare il video. 
Il nuovo libro di Raimondo Moncada Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas” in formato ebook è in vendita nelle maggiori librerie on line  come La Feltrinelli, Libreria Rizzoli, Bol, Book Republic, Ultima Books, Dea Store, Ebook, Ebookizzati,  Mrebook, OmniaBuk. Il prezzo di copertina del libro digitale è di solo 2,99 euro.

Per chi ama il tradizionale formato stampato, il libro di carta può essere richiesto tramite la libreria Ultima Books. Arriva comodamente a casa, pulito pulito, senza sforzi. 


domenica 16 settembre 2012

Teatro dell’Addolorata in delirio, Raimondo Moncada spopola


Teatro dell’Addolorata di Agrigento in delirio. Lo scrittore Raimondo Moncada è stato accolto da applausi scroscianti, urla da concerto, tifo da stadio. Una festa per il gran ritorno nel luogo della memoria, delle sue radici, dell’anima della sua famiglia, nel luogo ancora ferito dalla frana del 1966. L’autore è riuscito a stento a trattenere l’emozione.

Prima di lanciarsi nel tour delle presentazioni del suo nuovo libro umoristico “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akragas”, Raimondo Moncada ha voluto da solo fare visita al Parco dell’Addolorata, nell’antico quartiere del Rabato, dove sono nati e cresciuti il padre Gildo, i nonni, i bisnonni, i trisnonni, gli zii, i prozii, i cugini, tutti i suoi avi.

Una visita nella terra dove è stato piantato il suo albero genealogico.

Il Parco dell’Addolorata, con il teatro a cavea e tanti impianti sportivi, è stato costruito dopo la frana del 19 luglio 1966 che provocò il crollo di molti palazzi, danni a monumenti e lo spopolamento del quartiere di Santa Croce e di Via Garibaldi, sfregiati negli anni dalla costruzione di palazzoni in cemento armato. Lo stesso movimento franoso sta colpendo anche la soprastante Cattedrale di San Gerlando, nel quartiere dove Raimondo Moncada ha imparato a muovere i primi passi e a parlare.

Il teatro dell’Addolorata non ha mai ospitato eventi. Quello di Raimondo Moncada è stato il primo. Il quartiere è ritornato a vivere con le sue antiche voci.

mercoledì 12 settembre 2012

Libertà di espressione, senza censure, reticenze e omissioni



Guai a toccare dogmi e verità ritenute acquisite. I fondamentalisti storici, legati ciecamente al palladismo (da Pallade, epiteto attribuito alla pallosa dea Atena), cominciano a mordere il freno. Sono aggrappati a una storia imbalsamata, rancida, con una fede orba a ciò che è stato detto e scritto in 2.500 anni.

La pubblicazione dell’opera “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas” ha dato loro fastidio. L’autore ha voluto condividere col mondo intiero, in piena coscienza e libertà di pensiero e di espressione, una verità giudicata scomoda, nascosta per millenni, non accettata da tutti.
Come fu per la dea Giumenta, si è su una posizione netta, per una completa apertura.  L’espressione sacra della libertà è considerata antidoto contro ogni tipo di integralismo. Perfetta la sintonia con Voltair che diceva: Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinché tu possa dirlo.
E Raimondo Moncada lo dice, senza reticenze, omissioni, censure.  

Il Tempio di Giumenta: esastilo, periptero, velociraptor, tyrannosaurus


Il tempio di Giumenta è un tempio greco che sorge sul lato orientale del ciglione roccioso posto a baluardo dell’antica città di Akragas. E' eretto, nell'angolo sud-est della Valle dei Templi, a 120 metri sul livello del mare.
Fu costruito intorno al 450 a.C., millennio in più, millennio in meno.
L’edificio è noto al volgo come tempio di Hera Lacinia o anche come tempio di Giunone (dal nome romano della dea) raccomandata moglie di Zeus-Giove, il sovrano assoluto dell’Olimpo. Ma dopo la pubblicazione dell’opera omnia “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas”, la sacra costruzione è individuata come Tempio di Giumenta, detta Putthanones. Nel libro di Raimondo Moncada, si parla con chiarezza e con dovizia di particolari del ritrovamento di una statua di donna, un gran pezzo di marmo con una sibillina iscrizione: “Putthanones di nomen e di factus”. È con certezza scientifica la statua di Giumenta, il mito che all'interno della propria sacra dimora ricevette l’intiera umanità senza alcun invito e ballando il meneito.
Tra gli stili dorico, corinzio, ionico, fonico, antico, contemporaneo in cemento armato depotenziato disarmato, i greci preferirono il primo. Scelsero come materiale costruttivo il tufo arenario, materiale consistente che ha resistito già due millenni e mezzo, a differenza del celebrato cemento armato depotenziato degli edifici moderni chiusi dopo trent’anni per eccesso di sabbia arenaria.
Il Tempio di Giumenta è periptero, velociraptor, tyrannosaurus, esastilo, esausto. Ha 6 colonne sui lati corti e 13 sui fianchi, alte 6 metri e 44 centimetri, metro più metro meno.
È a pianta rettangolare con il lato maggiore di 38 metri e 15 centimetri e il lato minore di 16 metri e 90 centimetri. Per le misure della diagonale, si rimanda allo studio della geometria. 
L'interno del tempio è costituito da un naos a caos, senza colonnato interno, dotato di pronao e opistodomo con maggiordomo.
Si conserva il colonnato settentrionale con l'epistilio e parte del fregio. Tutto il resto è stato sfregiato. L'edificio è stato ricostruito con anastilosi a partire dal Settecento. Nel tempio si notano delle macchie di colore rosso. Sono state causate da un incendio. Forse un esercito di donne ignorate dagli uomini per invidia di Giumenta hanno tentato di arderla viva. Giumenta, tutta infuocata, non sentì nulla. Dalle vicine caserme dei Vigili del Fuoco non arrivò alcun automezzo. Tutti i pompieri in servizio, erano in fila per conferire con lei. Non si accorsero di nulla perché erano pure loro accalorati.

lunedì 10 settembre 2012

Giumenta, la max miss più titolata della Polis di Pilus


Una max miss Italia Magna Grecia nel mondo. I titoli si sciupavano La dea Giumenta era bellissima e non aveva bisogno di trucchi, di botulino, di levigature, di raspature, di liposuzioni e di plastiche per ritoccarsi. Era una bellezza divina, vera, naturale, d’altri tempi.
Forme scolpite, perfette, mozzafiato da far diventare ciechi. In lei si concentravano splendore, seduzione, dinamicità, gratuità, beneficenza. E poi aveva straordinarie capacità di intrattenimento.
Era uno spettacolo.
Chi ha avuto la fortuna di incontrarla negli intrattenimenti, ed è stato tutto il mondo maschile conosciuto, è rimasto estasiato oltre che appagato.
Gli amanti dell’universo, all’unanimità, con risultati ineguagliabili, senza raccomandazioni, senza televoto, senza concorso, senza passerelle, senza cambi di costume, l’avevano in cuor loro eletta Miss delle Miss delle Miss Italia Magna Grecia. Così Miss di Miss di Miss che la divina Giumenta venne appellata come Max Miss. Ma fu eletta anche Miss Cappa, Miss Canto, Miss Pavento, Miss Batto, Miss Cappello, Miss Tiro, Miss Coppia, Miss Biella, Miss Palla.  Rifiutò però la fascia. Odiava qualsiasi tipo di indumento. Amava mostrare il proprio corpo per come mammete l’aveva fatta.
Fu regina assoluta della Polis di Pilus.
La vita e le opere della magnifica Dea Giumenta sono raccontate in esclusiva nel libro rivelazione “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas”.  

sabato 8 settembre 2012

Elezioni, un Putthanone in Parlamento


A tempo di elezioni gli strateghi dei partiti pensano a candidature forti, popolari, penetranti, capaci di attrarre l’interesse dei cittadini elettori. In ogni epoca è stato così. Lo è stato anche nell’antica Magna Grecia. Qualcuno, allora, tirò in ballo, perché sapeva ballare, la dea Giumenta, raccontata a tutto tondo da Raimondo Moncada nel suo libro umoristico “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas”. 

Giumenta, il mito dei miti, fu molto corteggiata dai leader politici dei tempi andati, nonostante mugugni, magagne e merenghe. 

- Un Putthanone in Parlamento? 
- Perché no! Dello sparlamento ce ne freghiamo. Se alza i sondaggi ed i cittadini lo votano, che male c'è! Ci tira la lista. 

Giumenta aveva i numeri giusti e faceva dare i numeri. Ai suoi tempi, era la più popolare e la più ricercata anche dalle Forse dell'Ordine che ne apprezzavano l'attività non clandestina anche se non autorizzata. Non c’era altra dea o donna mortale in grado di elevare a perfezione il mestiere che esercitava lei. E lo faceva gratis, con piacere e per piacere, da volontaria. 
La Divina sarebbe stata votata da tutti, anche dai non aventi diritto e da chi tirava dritto. Era la più amata in assoluto. Chi avrebbe voluto candidarla diceva che sarebbe stata molto a suo agio tra i membri del Parlamento. Allora in Parlamento sedevano solo uomini.

La dea Giumenta, detta Putthanone, visse duemila e cinquecento anni fa. Operò nella Agrigento ellenica amando il mondo e dal mondo ricambiata. Un amore amatoriale, fatto per pura passione. Nulla mai chiese in cambio. L’umanità le fu pertanto debitrice. Ecco perché qualcuno pensò di candidarla per sfruttare il voto di scambio del "do ut des", del dare ed avere e dell’avere e dare. Votavano e venivano eletti solo maschi, sia maschili che femminili. Il requisito fondamentale era la virilità anagrafica. La dea Giumenta sarebbe stata un’eccezione quale femmina all'elevata potenza. 
Se si fosse decisa a mettersi in lista, il Putthanone avrebbe sbancato le urne. Senza bisogno di spinte, in quanto già spinta abbastanza, sarebbe stata eletta a suffragio universale, per alzata unanime, senza alcuna scheda nulla, bianca e contestata. L’avrebbero votata anche i candidati dell’opposizione. Non si decise mai per mancanza di tempo. Non volle distrarsi con altri impegni perché amava troppo con la sua ellenica professione che divenne poi il mestiere più antico del mondo.

giovedì 6 settembre 2012

Le divinità greche, da Zeus Olimpo a Giumenta l'olimpionica


I Greci, poi copiati dai Romani, venerarono non uno ma tanti dei. Ogni cosa, ogni aspetto dell’esistenza, era posta sotto la loro protezione. Gli dei non si concedevano così tanto facilmente. Si facevano pregare. E spesso non bastava. Volevano gli agnelli in sacrificio. Se gli davi un bue, un caprone, una gallina, se ne accorgevano. Volevano solo gli agnelli.

Raimondo Moncada ha stilato un elenco delle divinità greche, l’unico completo con l’inserimento della dea Giumenta, la dea censurata dalla storia, dai libri e dagli studiosi e persino dai siti Internet, portata alla ribalta con la storica opera “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas”.

Ecco un assaggio in esclusiva frutto dei sudati studi di Raimondo Moncada.
Afrodito, compagno di Afrodite, dio africano delle dita  
Afrodite dea dell'amore, della bellezza, della sessualità, della sensualità, della lussuria. Era detta Venere perché portava le malattie veneree.
Dito, parte della mano divina di Afrodito e di Afrodite. Serviva per indicare divinamente qualcosa o per contare, per infilare l’occhio,  
Dite voce del verbo dire.
Ermafrodito figlio di Ermes e di Afrodite, era un dito mezzo uomo e mezza donna. Nacque ermafrodito per l’indecisione dei genitori all’atto del concepimento.
Asclepio o Esculapio dio della medicina. Disoccupato, diffuse le malattie per lavorare.
Pallade Atena dea della sapienza, della saggezza, della tessitura, dell'artigianato e degli aspetti più nobili della guerra. Detta Pallade o “Du palle” perché annoiava.
Priapo celebre per la sua dote e per le gigantografie a lui dedicate.
Selene dea della Luna. Fu apprezzata per i film a luci rosse.
Demetra, Cerere, dea della terra, dell'agricoltura, della fertilità dei campi. Nei campi di calcio venne usata per fare crescere l’erbetta dopo una partita.
Hestia, Vesta, dea del focolare domestico, casta divinità protettrice della famiglia. Di nascosto si frequentava con dei amanti del focolare domestico e della famiglia.
Zeus, Giove, il Rocco Siffredi dell’Olimpo, padre degli dei, dio del cielo, del tuono e dell’aerofagia.
Era o Hera, sorella e moglie di Zeus, era considerata la regina dell'Olimpo, dea del matrimonio e delle fedeltà coniugale. Da non confondere con “era” imperfetto del verbo essere: io ero, tu eri, egli era. A lei per errore è stato dedicato il tempio di Giunone della valle dei Templi, dimora della dea Giumenta.
Giumenta, dea olimpionica del divertimento, del piacere, del diletto, dei record, della generosità, della gratuità, dell’amore universale così come rivelato nell’opera storica “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas”.

Raimondo Moncada spiega in modo storico e scientifico anche queste altre divinità: Ades, Igea, Apollo, Ilizia, Elettra, Iris, Ermes, Tifone, Fifone, Tritone, Poseidone, Ares, Enio, Nereo, Mormò, Pan, Dioniso, Artemide, Eolo, Latona, Efesto, Urano, Ebe, Egemone, Ecate, Sileno, Diche, Iacco, Iaso, Panacea, Proteo, Forco, Carite, Ceto, Gamelii, Gea, Sabazio, Arpia, Alito, Aliacmone, Armonia, Telesforo, Astrea, Ermanubi o Hermanubi, Eros, Ersa, Etna, Euribia, Eurinome, Phanes, Pothos.  

Un mistero che si allunga da 2.500 anni


Una vita senza omissioni. La dea Giumenta come non è mai stata raccontata. Rivelazioni scottanti e divertenti su Agrigento antica nel libro “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas”, dell’umorista Raimondo Moncada.
 Ecco il primo video promozionale su Youtube per far conoscere a tutta l’intiera umanità la meravigliosa divinità, fino ad oggi censurata dalla storia.
 “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas” racconta la storia di una straordinaria scoperta, quella di un nuovo tempio dell’amore e di una nuova divinità nella Valle dei Templi: la dea Giumenta. Una dea dalle doti eccezionali che tanto si diede al prossimo con gratuità e diletto dando origine alla città turistica. E’ una storia che, con piacere, mette a nudo la società dell’antica Akragas e di tutta la Magna Grecia.
Nel tempio che per 2.500 anni si è creduto appartenere alla casta Giunone – scrive Kekkina Pallonara nella sua apprezzata presentazione - si sono trovati i resti dell’alcova di Giumenta”.
Mai la storia era stata così piacevole ed ha fatto tanto ridere.
 Il libro di Raimondo Moncada dà una spiegazione all’improvviso boom demografico di Akràgas, potente città della Magna Grecia divenuta tra i centri più popolosi e turistici della Sicilia antica.

L’ebook è reperibile nelle maggiori librerie on line.
Per chi ama il formato stampato, l’opera di carta può essere richiesta sempre tramite internet attraverso la libreria on line Ultima Books.

martedì 4 settembre 2012

Agrigento in trans, nella città del Mito dilaga la prostituzione a “luci rosse”


Solo ai tempi di Putthanònes non si protestava. Con la dea Giumenta in piena attività, Agrigento conobbe un lungo periodo di pace e di prosperità. La divina Giumenta fu “bona profeta in patria”. Così si racconta nell’opera “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas”, l’ultimo libro umoristico di Raimondo Moncada.
La stampa di oggi dà ampio risalto all’allarme prostituzione nella città del Mito e della Valle dei Templi. “Nel centro storico crescono le case chiuse” titola il giornale La Sicilia nella cronaca di Agrigento, in un pezzo scritto da Antonino Ravanà. Nell'articolo, si parla di decine di esposti alle forze dell’ordine con cui tanti cittadini chiedono interventi per debellare un fenomeno che disturba la quiete pubblica.
Anche Agrigento – scrive Antonino Ravanà – annovera sul proprio territorio comunale palazzine residenziali nelle quali vivono e lavorano prostitute creando, per il tipo di attività esercitata, disagi agli altri inquilini. Capita spesso di assistere al viavai di clienti fino alle 3 del mattino e a schiamazzi sotto casa delle squillo”.
E le “case chiuse” si troverebbero, veniamo informati, a due passi dalla centralissima Via Atenea, nel cuore commerciale del centro storico. “Al calar delle tenebre – scrive Ravanà – nelle Vie Argento, Neve, Foderà, e dalle parti del Duomo, si accendono le ‘luci rosse’ con decine di prostitute che vendono la loro mercanzia in piccoli appartamenti. C’è un flusso di clienti tale, da destare incredulità negli stessi appartenenti alle forze dell’ordine.”
Nonostante la crisi, insomma, i soldi per un po’ di amore a pagamento si trovano sempre. “Dopo l’operazione ‘Pretty Woman’ dei Carabinieri – rileva Ravanà – si è potuto accertare come il fenomeno della prostituzione in città sia abbastanza esteso”. Sono in attività, “da qualche tempo, soprattutto giovani sudamericane, ma anche rumene e transessuali che hanno deciso di fissare la propria dimora all’interno di abitazioni del centro storico e della zona balneare, trasformate in vere e proprie case d’appuntamento”.
Promuovono la propria attività “con annunci abbastanza eloquenti”. “I clienti contattano le utenze indicate e pagano da un minimo di 50 a un massimo di 150 euro”.
-         Dove ci diamo appuntamento?
-         Vediamoci nella mia casa d’appuntamento!
Oggi fioriscono le case chiuse e gli affari a luci rosse e i cittadini protestano per il gran casino. Duemila e cinquecento anni fa si affollava la casa aperta, a luce verde, del tempio di Giumenta che non si faceva pagare  un soldo ed era una festa per tutti. Grazie a lei furono mandate a casa tutte le escort d'epoca che cominciarono a esercitare quello che col tempo divenne il mestiere più antico del mondo. Per fare piazza pulita delle moderne prostitute o dei moderni prostituti, qualcuno comincia a evocare il nome della divina Putthanònes. 

lunedì 3 settembre 2012

Segnaletica stradale per "Tempio di Giumenta"


Una nuova segnaletica turistica per non perdersi tra le meraviglie della Valle dei Templi di Agrigento. Cominciano a chiederlo i lettori del libro “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas” per raggiungere il luogo sacro dove la Dea Giumenta operò due millenni fa, offrendo per diletto all’umanità tutta se stessa. 
Ecco, nella foto a fianco, come potrebbe essere la cartellonistica stradale per agevolare i turisti che vengono da ogni parte del mondo. I segnali, “Per la Dea Giumenta”, dovrebbero partire dalla capitale di ogni stato straniero e seguire l’itinerario di città in città fino ad arrivare ad Agrigento sotto la cosiddetta "Rotatoria di Giumenta" dove, per capirci, si incrociano le strade che arrivano da Trapani, Caltanissetta e Siracusa. Così era ai tempi antichi. Tutte le strade portavano da Giumenta perché fu la grande attrazione della Magna Grecia, riuscendo in un sol colpo a far cambiare mestiere alle escort d'epoca. Tutti costruttori delle strade si batterono per lei e Giumenta ricambiò battendo per le loro strade.