mercoledì 22 agosto 2012

Tassa di soggiorno, contraria la dea Giumenta


La tassa di soggiorno era bandita nell’antica Akràgas. Duemila e cinquecento anni fa non si pagava un soldo per volere della Dea Giumenta Putthanone, la dea più amata della Valle dei Templi di Agrigento. Il suo tempio risultava il più affollato della Magna Grecia e richiamava turisti da ogni dove, provenienti via terra e via mare, dal Mare Nostrum e dalla Terra Vostram. 
La straordinaria storia della divina Giumenta, la nuova dea scoperta, è raccontata nell’ultimo libro umoristico di RaimondoMoncadaDal Partendone di Atene al Putthanone di Akràgas”. La dea amava amare l’umanità per gratuita passione. Non chiedeva nulla in cambio. Odiava i denari. Ai governanti di allora intenzionati a istituire la tassa di soggiorno, Giumenta si oppose con tutte le sue bellezze. 
Prima dovete passare sul mio corpo”. 
I governanti non se lo facevano dire due volte e venivano convinti. 
La conferma della contrarietà della celebre dea Giumenta è in una iscrizione fittile dipinta in un vaso ellenico rinvenuto nelle vicinanze del suo sudato tempio. Come mostra l’immagine, si legge: “Gratis. Hic et nunc mirabilia. No tax dimora”. L'iscrizione è in latino, pur essendoci all'epoca solo il greco. La dea avvertiva i visitatori che per entrare in contatto con le cose belle della vita, "ora e subito in loco", non si pagava alcuna tassa di dimora, con un chiaro riferimento alla moderna tassa di soggiorno. 
Si parlò solo di tributo di ingresso, che era una sorta di rituale di ringraziamento per chi veniva accolto. 
Per entrare da lei c’erano file chilometriche. Akràgas si popolò fino a sfiorare il milione di abitanti. Per questo i governanti pensarono di sfruttare l'apprezzata attività della dea, richiestissima da amici e da nemici. 
Le indicazioni divine di due millenni e mezzo fa, per alcuni, suonano come severo monito a chi oggi vuole istituire la tassa di soggiorno per rimpinguare le asfittiche casse comunali. 

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