giovedì 24 gennaio 2013

Dal naso al pene da trapiantare, nuovi organi coltivati sul proprio corpo


Il pene non sarà più una pena. Se non c’è o non ci piace nelle dimensioni possiamo averne uno in cambio. Ci possiamo addirittura far crescere un coso nuovo, di riserva, in una parte qualsiasi del corpo, sulle braccia, sulle ginocchia, sulla fronte, sul naso, sulle tette, sull’ombelico. È scienza e non più fantascienza.
Le nanotecnologie stanno facendo passi da gigante e raggiungono risultati fino a ieri impensabili. Chi ha dunque problemi in quella parte lì, per qualsiasi ragione, anche di invisibilità o di dimensioni inconfrontabili, può ora sperare. La chirurgia ricostruttiva non ha davvero più limiti. Impianta quello che viene coltivato. E quello che viene coltivato sboccia come una banana in un campo di banane.
Apprendiamo, con genuino stupore, che il corpo dello stesso paziente può trasformarsi in terreno di coltura per un nuovo e desiderato pene. Ciò è la conseguenza medica di un intervento che si sta tentando a Londra e di cui si parla tanto in questi giorni sui media. Un uomo senza naso, deturpato da un brutto male, ne avrà trapiantato uno nuovo di zecca che gli sta crescendo sull’avambraccio. Questo, leggiamo sul sito del Corriere, grazie all’uso delle sue cellule staminali e di una protesi, ora in via di sviluppo sotto la pelle dell’arto. A lavorare a questo trapianto  è una equipe di medici e scienziati specializzati in nanotecnologie e medicina rigenerativa che opera all'University College di Londra.
Chissà cosa avrebbe detto la dea Giumenta, il cui pensiero, la cui filosofia di vita e le cui gesta, sono esaltati nel libro “Dal Partenone di Atene al Putthanone di Akràgas”. 

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